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Borgo Santandrea

Borgo Santandrea

Articolo e fotografia di
Vittorio Sciosia

Ci sono poche esperienze da non perdere assolutamente nel Sud Italia, come quella di guidare sugli ipnotici tornanti che accarezzano il mare e la montagna della Costiera Amalfitana. Arrivando da Sorrento si scollina a Sant’Agata sui Due Golfi e dopo una teoria di curve a gomito, si imbocca finalmente la panoramica SS 163 che tra scorci incantati a metà tra la terra e il cielo arriva, attraversando alcuni dei borghi più famosi al mondo come Positano e Amalfi, fino a Salerno.

Nel primo tratto soprattutto, la strada che taglia la montagna a metà altezza, attraversa una fitta pineta.
Sul mare, che scorre in basso, a destra, si staglia l’isolotto de Li Galli, il “buon retiro” di Rudolf Nureyev fino alla sua morte, nel 1993. Il nastro d’asfalto scorre silenzioso sotto le ruote, snodandosi come uno scuro serpente per attraversare il pittoresco presepe di Positano fino ad arrivare alle soglie di Amalfi. Per l’esattezza a 3,5 chilometri e mezzo dalla ex Repubblica Marinara, nel territorio di Conca dei Marini. Qui troviamo Borgo Santandrea, una nuovissima struttura abbarbicata alla falesia, un resort a cui si accede dalla statale ma che si sviluppa in verticale fino alla spiaggia privata, 80 metri più in basso. L’anno scorso, il 2021, è stato il primo anno di vita dopo una lunghissima ristrutturazione che ha trasformato completamente la struttura preesistente.

E’ stata un’apertura “slow”, un’apertura che volutamente ha tenuto i numeri dell’occupazione al di sotto della piena funzione appieno.

45 camere, di cui 15 suites, 8 ascensori scavati nella roccia che coprono il dislivello tra il ricevimento e la spiaggia sabbiosa privata, caso rarissimo nella rocciosa Costiera Amalfitana, 3 ristoranti di cui uno aperto 24 ore per mangiare manicaretti cucinati al momento, fossero anche le 4 del mattino, una piscina panoramica con acqua di mare. Sono solo alcuni dei dettagli di questo paradiso. Inutile sottolineare la vista dalla terrazza dove si fa colazione, pranzo e cena e dove insiste Alici, il ristorante aperto 24 ore.

Lo chef a capo di questa macchina così complessa e perfettamente funzionante è Crescenzo Scotti, un ischitano già insignito di una stella Michelin qualche anno fa presso una struttura a Vulcano, nelle isole Eolie. Chiacchierando con lo chef, si percepisce la voglia di mettersi in gioco ben oltre i limiti circoscritti ad un normale rapporto di lavoro. Anzi, una dedizione al progetto h24, quando aperto, ma un lavoro altrettanto importante per pianificare e preparare tutto durante i mesi invernali.

Una particolarità che credo “unica” nel panorama dei grandi resort, è quella di veder servito il ricchissimo buffet della colazione direttamente in cucina, tra fornelli e piani riscaldati, territorio notoriamente off limits per la clientela, sia per ragioni di igiene che di sicurezza. Il massimo è stato, ormai da un bel po’ di anni, le cucine a vista dove i clienti possono guardare ogni mossa dei cuochi e vedere preparata in tempo reale la loro ordinazione. Ma andare “dentro” la cucina, tra i banchi e i fuochi, in mezzo ai cuochi in “toque blanche” e divisa, questo, non era ancora stato sdoganato, almeno non a conoscenza di chi scrive.

In realtà il trucco c’è. Che non è proprio un trucco, ma la conseguenza di una perfetta macchina organizzativa. Le cucine dove si sfiletta il pesce, si taglia la carne, si preparano gli impasti, insomma dove si fa il lavoro “sporco” e che abbisognano di un’atmosfera quasi sterile, sono posizionate qualche piano più sotto, invisibili al pubblico. Laddove si fa entrare la clientela invece, è più di rappresentanza, per quanto, fuori dall’orario di colazione, è comunque usata per impastare il pane e i lievitati. La cucina, tra l’altro, è di per sé bellissima, con maioliche personalizzate e macchinari che sembrano usciti in quel momento dalla fabbrica tanto sono tirati a lucido. Ma forse la parte più bella è la vista che si gode dalle vetrate. E ancora migliore è la vista dalla terrazza al livello del ristorante Alici, con Amalfi a sinistra e più in là Maiori e Minori. Sulla destra, in basso, invece, il piccolo abitato colorato di Borgo Santandrea da cui mutua il nome il Resort.

Ci sono altri due ristoranti, La Libreria, ristorante gourmet in cerca di stella e il Beach Club, giù al mare per una cucina più “sfiziosa” seppur di alta qualità. Le stanze sono tutte panoramiche e guardano il blu del cielo del mare impreziosite da maioliche di Vietri sul Mare, vanto dell’artigianato locale.

E’ difficile descrivere la struttura a parole, di sicuro le fotografie rendono meglio il concetto e danno un’idea più precisa dell’angolo di paradiso che si nasconde in questa curva della SS 163 a Conca dei Marini. All’apertura, nel mese di Aprile, ci sarà una ulteriore novità rispetto all’anno scorso. Una nuovissima SPA la cui offerta sarà all’altezza del servizio extra lusso di cui gode il cliente una volta entrato in questo luogo incantato. Provare per credere, da Aprile 2022 il sogno ritorna ad essere realtà!

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