Now Reading
Olga Sofia Schiaffino, una dottoressa dalle poliedriche passioni

Olga Sofia Schiaffino, una dottoressa dalle poliedriche passioni

Olga Sofia Schiaffino, nasce a Camogli nel 1963, si laurea in medicina e chirurgia nel 1992 con 110, sì specializza in psichiatria nel 1996. Docente – Cultore della Materia alla Facoltà di Psicologia – Università di Torino dal 1998 al 2002.

Autrice di una ottantina di pubblicazioni, tra le quali un importante libro sull’investimento narcisistico – spiegazione del concetto di narcisismo – narcisismo patologico. Dal 1998 lavora alla ASL, dal 2013 alla salute mentale. Dal 2004 omeopata – omotossicologa – fitoterapeuta. Dal 1998 ad oggi è dirigente medico ASL 4 Chiavarese. La sua passione per i viaggi – il vino – l’arte – il cinema – la danza è la lettura ispirano per lei differenti ruoli. Adesso è sommelier, blogger – degustare – relatore AIS – Wset 2, livello passato con distinzione, con il desiderio di lavorare nel mondo del vino. Sommelier AIS dal 2013 – degustatore ufficiale dal 2014 – relatore dal 2017 – WSET secondo livello nel 2019.

Miglior sommelier della Liguria 2019 e tra i 18 finalisti a Verona nel contesto di miglior sommelier d’Italia.

Crea il blog “Wine Lovers Italy” da una sua idea nata nel 2013, realizzata e attivata nel 2017, ora ricca di un profilo IG con 18400 followers. La sua sfrenata passione per il vino la porterà oltre.

Inizia nel 2013 un progetto per trattare il vigneto con l’omeopatia, in contrada Calderara a 700 Mt sul livello del mare a Passopisciaro, con Salvo Foti. I Vigneri (Consorzio I Vigneri), trattano i vigneti, cercando di ridurre e possibilmente azzerare il rame e lo zolfo, con la conduzione delle viti ad alberello, si eseguono manualmente tutti i lavori, compresa la zappatura e non si usano prodotti chimici e pesticidi da sempre. Nel 2017 nasce “Magia di Vulcano”, un Nerello Mascalese quasi in purezza, con una minima percentuale di Nerello Cappuccio. La sperimentazione prosegue anche

insieme al figlio Simone Foti, a Palmento Caselle a Milo, versante est dell’Etna con le viti di una Carricante.

Da psichiatra a sommelier, parlaci di questo passaggio inconsueto.

Mi sono avvicinata al mondo del vino perché mi incuriosiva. Non ne sapevo nulla! Mi affascinava imparare a degustare. Inoltre la viticoltura è molto interessante, una vera e propria arte, volta a far esprimere alla pianta il meglio. Il

mio impegno come Medico Psichiatra rimane, dato che lavoro ancora in un servizio pubblico

Dalla medicina e chirurgia a blogger del vino, il passo è breve?

Premetto che mi è sempre piaciuto scrivere e soprattutto comunicare nel senso più ampio del termine. Credo che ci si debba sforzare per utilizzare i mezzi di comunicazione attuali, proprio per raggiungere le persone. Il nostro blog

cerca di promuovere contenuti di valore, esperienze, visite in cantina e degustazioni in modo chiaro e fruibile, per stimolare i nostri lettori ad approfondire le tematiche inerenti il mondo del vino e perché no, iscriversi ad un corso per

sommelier. Io non posso che consigliare il percorso con l’Associazione Italiana Sommelier, una esperienza che mi ha formato in modo ottimale.

La tua passione per il vino ha attenuato quella per la medicina, oppure convivono equamente tra loro?

Le passioni convivono entrambe, anche se i progetti che ho avviato nel mondo del vino mi entusiasmano e mi danno molte soddisfazioni, vedremo in futuro!

Hai avuto un grande successo come sommelier, hai sfiorato il titolo nazionale, quanto incide il metodo di studio universitario applicato a quello della sommellerie?

Il rigore, l’impegno e l’allenamento acquisito con gli studi di Medicina (che non finiscono mai) mi hanno sicuramente aiutato nella metodologia da seguire. Purtroppo la capacità e velocità di memorizzazione non sono certo quelle di 20 anni fa! Faccio sicuramente molta più fatica e quindi ho bisogno di più tempo. Le notti o la mattina prima di recarmi al lavoro sono sempre ottimi momenti, poi i giorni festivi… Insomma sacrificio, passione infinita e grande forza di volontà!

Curare un terreno con l’omeopatia, un concetto astratto anche per più esperti vigneron, spigacelo.

Avevo avuto notizia nel 2012 di esperimenti di conduzione omeopatica in vigna e quindi, avendo acquisito tali competenze, con molta umiltà ho proposto una sperimentazione a Salvo Foti, enologo di fama mondiale, che sta portando avanti Sull’Etna un recupero delle vecchie vigne ad alberello secondo le regole della tradizionale viticoltura etnea. Abbiamo iniziato con 0,4 ha in contrada Calderara a Passopisciaro, zona Nord dell’Etna, in una vigna di Nerello Mascalese. Recentemente abbiamo imbottigliato l’annata 2017 di Magia di Vulcano, una meraviglia! La novità di quest’anno è stata ampliare la sperimentazione anche con l’uva bianca Carricante a Milo, grazie all’aiuto di suo figlio, Simone Foti. Vedremo presto i risultati, che prevediamo sicuramente interessanti.

Il tuo prossimo passaggio, sarà quello di vigneron, oppure spiazzerai tutti di nuovo?

Non credo che potrò mai essere all’altezza, mi impegno al massimo, vado in vigna e cerco di seguire sul campo le varie fasi del ciclo della vite. Non ti nascondo che mi piacerebbe molto, un lavoro duro, in cui si spera che la natura sia propizia, che non arrivi il gelo oppure la grandine a decimate il raccolto. Una vita di speranza e fatica, mai di certezza.

Progetti futuri?

Prima di tutto proseguire il lavoro sull’Etna, promuovere i contenuti e la comunicazione con Wine Lovers Italy in modo da affiancare le aziende nella comunicazione. Ammetto che mi piacerebbe lavorare a tempo pieno nel mondo del vino, spero con tutto il cuore di riuscirci! Intanto continuo a studiare e dopo aver acquisito il diploma WSET di secondo livello, proseguirò anche questo importante training.

Articolo di Maurizio Pelli, editore

 

© 2021 Beyond Taste Magazine. All Rights Reserved.

Scroll To Top