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Champagne, che mondo meraviglioso!

Champagne, che mondo meraviglioso!

Difficile però parlarne senza essere banali.

Io ci provo, perché ormai la Champagne ce l’ho sotto la pelle.

Anzitutto con la parola Champagne non si indica solo il vino, ma una regione della Francia, il cui nome per intero è Champagne-Ardenne.

Ci troviamo al nord della Francia, ad est di Parigi, quindi in una zona climaticamente fredda, anche se ormai il problema del surriscaldamento globale si fa sentire anche qui.

La parola Champagne, così come “méthode champenoise”, sono state registrate come marchio di proprietà dal CIVC, Comité interprofessionnel du vin de Champagne, organismo semipubblico che gestisce piccoli produttori (vigneron) e grandi maison nelle diverse problematiche legate alla produzione dello Champagne.

Quindi quando diciamo Champagne, indichiamo solo e unicamente quel vino con le bollicine proveniente dall’omonima regione: “il n’est Champagne que de la Champagne!”.

Unica eccezione: gli Stati Uniti. Ecco, in quella parte di mondo il vino frizzante, fatto con metodo classico, può ancora essere chiamato Champagne.

Tornando a noi, la zona geografica così a nord, il clima non particolarmente mite ma abbastanza costante, la particolarità del suolo e sottosuolo, di carattere calcareo/gessoso fino in profondità, sono elementi che riescono a creare un “terroir” unico per un vino altrettanto singolare: lo Champagne.

E con l’estate alle porte non c’è vino migliore per accompagnare le nostre intense giornate.

Non andrebbe mai bevuto ad una temperatura al di sotto degli 8° C, e non inferiore ai 12°C se si tratta di cuvée importanti, complesse o millesimate.

So che si tratta di un argomento molto ostico, perché la maggior parte delle persone preferisce gustare uno champagne fresco, a volte (ahimé) ghiacciato.

Ma facendo così non si riescono a percepire appieno i numerosi profumi, e poi i sapori, in tutte le loro sfumature.

Lo Champagne è un vino che, declinato in modo diverso, può accompagnare un pasto dall’inizio alla fine, dolce compreso. E le tipologie sono infinite.

Ci sono i Brut Sans Année (BSA), Champagne che non sono millesimati ma contengono anche vini di riserva, quindi vini di annate precedenti. Oppure provengono da una stessa vendemmia ma non sono stati affinati in bottiglia il tempo previsto dalla legge per poter essere identificati come millesimati e stampare l’anno della vendemmia sull’etichetta.

Ci sono i millesimati, Champagne le cui uve, anche di diversa tipologia, provengono dalla stessa vendemmia e quindi mantengono (dovrebbero mantenere) le caratteristiche tipiche dell’annata in questione (calda, fredda, umida, piovosa, con problemi di gelo, e via dicendo).

I due macro-gruppi sopra citati, possono essere ulteriormente suddivisi nelle seguenti tipologie:

  • *Champagne d’assemblaggio, ossia prodotti con uve sia bianche che nere, assemblate. Lo Champagne d’assemblaggio è la vera origine dello Champagne: prova ne è che quasi tutte le maison storiche della Champagne hanno come loro vino di ingresso un vino di assemblaggio. Questo vale, ad esempio, per Krug, Ruinart, Bollinger, e persino Dom Pérignon.
  • *Blanc de Blancs: ossia Champagne prodotti con sole uve bianche che possono essere: Chardonnay (la più nota) oppure, quelli permessi per la vinificazione come: Pinot Blanc o Blanc Vrai, Petit Meslier, Arbanne, vitigni ormai rari e dimenticati ma degni di nota quando vengono lavorati in modo sapiente.

Fra i più grandi e famosi Champagne Blanc de Blancs troviamo:

  • * Comtes de Champagne di Taittinger – 100% Chardonnay
  • * Blanc de Millénaires di Charles Heidsieck – 100% Chardonnay
  • * S di Salon – 100% Chardonnay
  • * Brisefer di Dehours & Fils – 100% Chardonnay
  • * Quattuor di Drappier – 25% di ogni vitigno bianco precedentemente menzionato
  • * BAM di Tarlant – Petit Meslier in maggioranza, assemblato con Pinot Blanc e Arbanne
  • * Blanc de Noirs: Champagne prodotti con sole uve nere, Meunier e Pinot Noir.

Fra questi, i più grandi e conosciuti:

  • * Clos d’Ambonnay di Krug – 100% Pinot Nero, lo Champagne più costoso di tutti
  • * Vielles Vignes Françaises di Bollinger – 100% Pinot Nero da vecchie vigne a piede franco (prefillossera)
  • * Les Vignes de Vrigny di Egly-Ouriet – 100% Meunier da vigne di più di 40 anni.

La nascita dello Champagne come vino frizzante è stata determinata in primis dalla casualità, poi dalla lungimiranza di un monaco chiamato Dom Pérignon, ed infine dall’evoluzione filosofico-storicoscientifica che ha avuto l’Europa, in particolare la Francia, nel XVIII secolo. Ciò ha permesso che lo Champagne raggiungesse i livelli qualitativi che sono la base dei vini odierni.

I protagonisti della Champagne possono essere identificati in maison (NM), vigneron (RM) e cooperative (RC). Le maison sono state i precursori nella produzione dello Champagne, in quanto i grandi commercianti dell’epoca, con sede del loro business a Reims, acquistavano le uve dai numerosi vigneron della regione che all’epoca non producevano il loro Champagne, ma coltivavano solo le uve. La prima maison ufficiale della Champagne è stata Ruinart, nata il 1° settembre 1729. I vigneron hanno cominciato a farsi conoscere come produttori delle loro etichette soprattutto negli anni 80 del XX secolo, quando un antesignano Selosse, tornato dai suoi studi a Beaune, ha deciso di far conoscere al mondo i suoi Champagne fatti con un solo vitigno (quindi non d’assemblaggio) e venduti con la sua etichetta. È nato così lo Champagne dei vignerons, ricco di grande personalità ed identità territoriale.

Riassumere la storia della Champagne in poche righe è impresa ardua, quindi questo discorso va ampliato con degli approfondimenti che troverete nella prossima edizione.

Nel frattempo, andate e stappate!

Articolo di Livia Riva

 

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